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Perché l’alcol scadente ci fa stare così male?

Dal tipo di alcol che si consuma dipendono anche tempi e modalità di smaltimento dei “postumi”. I drink di bassa qualità contengono maggiori quantità di congeneri, molecole organiche prodotte durante il processo di fermentazione delle bevande alcoliche che per il nostro corpo risultano particolarmente difficili da smaltire.

Queste sostanze sono contenute in particolare negli alcolici di colore scuro, come vino rosso, whiskey e brandy. Uno studio compiuto nel 2006 su alcuni studenti olandesi ha dimostrato che i drink con le maggiori quantità di congeneri danno anche i peggiori sintomi da sbronza.

Un’altra ricerca, del 2010, rileva che queste molecole influenzano il modo in cui la sbornia viene percepita, e non le prestazioni (come memoria, tempi di reazioni, attenzione) che si registrano dopo aver alzato il gomito. Il motivo per cui i drink più economici in genere contengono maggiori quantità di congeneri risiede nella loro lavorazione: le molecole nocive vengono filtrate durante i processi di distillazione, che nel caso delle bevande di bassa qualità sono meno accurati.

Inoltre, le bollicine di anidride carbonica spesso aggiunte ai drink più scadenti hanno l’effetto di aggravare i sintomi della sbornia. Forse, ipotizzano i ricercatori, perché l’aumento di volume causato dalle bolle spinge lo stomaco a rilasciare il suo contenuto nell’intestino tenue, dove l’assorbimento dell’alcol nel sangue è più rapido.

Fonte: Focus

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