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Zucchero: Cinquant’anni di bugie, il rischio mortale che ci hanno sempre taciuto!

Per più di cinquant’anni l’industria dello zucchero avrebbe pilotato le ricerche, pagando decine di scienziati in modo che sminuissero il pericoloso collegamento tra alimenti zuccherati e problemi cardiaci e spostassero l’attenzione sui grassi saturi e il colesterolo. È quanto emerge da una nuova ricerca, pubblicata sulla rivista JAMA Internal Medicine, la bibbia della ricercatori Usa: una serie di 320 documenti, scoperti da tre ricercatori della University of California, San Francisco, metterebbe in luce una verità sconvolgente.

“Sono stati in grado di sviare il dibattito sullo zucchero per decenni”, ha detto al New York Times, Stanton Glantz, professore di medicina e autore del report. Il “depistaggio” si sarebbe verificato a partire dagli anni ’60. Stando ai documenti trovati e analizzati, nel 1967 un gruppo conosciuto come “Sugar research foundation”, oggi divenuto “Sugar Association”, avrebbe pagato alcuni ricercatori di Harvard circa 50.000 dollari a testa per pubblicare sul New England Journal of Medicine uno studio che distruggesse l’immagine dello zucchero come nemico per la salute del cuore.

“La ricerca concludeva che, ‘senza dubbio’, l’unico modo per prevenire i problemi cardiaci era quello di ridurre il colesterolo e i grassi saturi”, spiegano gli autori del report su JAMA. In altre parole, gli scienziati si adoperarono per sottovalutare pubblicamente il ruolo dello zucchero nel causare malattie cardiovascolari. Sebbene i ricercatori di allora non siano più rintracciabili, perché ormai deceduti, si sa che uno di questi, D. Mark Hegsted, divenne capo della divisione che si occupa di nutrizione al Dipartimento dell’Agricoltura e che il suo gruppo pubblicò le linee guida sull’alimentazione nel 1977. Un altro, Dr. Fredrick J. Stare, ricoprì il ruolo di presidente del dipartimento di nutrizione di Harvard.

Nonostante i fatti risalgano a decenni fa, il tema è destinato ad aprire un nuovo dibattito. “Questo incidente di cinquant’anni fa potrebbe sembrare storia antica – spiega in un editoriale Marion Nestle, professoressa di ‘food policy’ alla New York University – ma è rilevante perché risponde ad alcune domande che ci poniamo ancora oggi. È vero che le lobby dello zucchero hanno manipolato la ricerca in loro favore? Sì, è vero, e la pratica continua”. “Il nostro studio mette in luce il bisogno di fare più attenzione e non dare la ricerca sempre per scontata – spiegano gli autori -. Ci sono molti modi in cui uno studio può essere manipolato, dalle domande che pone e si pone al come le informazioni vengono analizzate fino al modo in cui le conclusioni vengono riportate nel testo”.

C’è di tenere gli occhi aperti, insomma. Anche perché la Sugar Association, come riporta Vox, continua a pubblicare le sue linee guida sul rapporto tra zuccheri e salute del cuore. Dal canto suo, l’associazione si è difesa: “Lo studio di JAMA cavalca il trending dell’anti-zucchero. Le ricerche degli ultimi decenni hanno messo in luce che lo zucchero non ha una responsabilità univoca sulle malattie del cuore – si legge in uno stato -. Siamo preoccupati per la crescente diffusione di articoli ideati apposta per prendere click e che minano la qualità delle ricerche scientifiche, ma siamo ancora più delusi dal fatto che un simile report sia apparso su una rivista come JAMA”.

Fonte HuffingtonPost

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